BRESCIAOGGI MARTEDI 27 GIUGNO 2000. Bovezzo rende omaggio a Tramonta

Con una monografia edita a Firenze e con una mostra che raccoglie le sue ultime opere (non presenti nella monografia), Pierino Tramonta ha presentato a Bovezzo (Sala d’Arte Nova-glio) il suo percorso artistico che abbraccia gli ultimi 15 anni (1984-2000). Caratterizzato da un deciso segno espressionista, l’inizio di Tramonta avviene sulla scia di indagini, forse troppo letterarie, sull’uomo: all’interno di un ecologismo rivolto all’uomo, fino alla fine degli anni,’80, Tramonta sembra muoversi con racconti che tendono ad imprimere all’immagine una dimensione esplicativa. La svolta arriva nel 1990, quando recupera alcuni temi, già presenti all’inizio della sua carriera artistica: il suo segno libero sembra immergersi nelle forme vegetali. Tramonta inizia lentamente – ne rimangono tracce profonde anche negli anni successivi – ad uscire da una narratività anedottica e, sulla scorta delle indagini sulla natura, emerge in lui quel senso del segno che viene caratterizzando;- a partire da «Presenze» del 1992 – in forme decisive lo sviluppo della sua pittura, tra suggestioni paesaggistiche, rivisitate sulla scorta di alcuni esempi e libertà cromatica. Giunto sulle soglie di un mondo informe, che mantiene sono una traccia di quello di partenza, il pittore compie, con il ciclo esposto non documentato in catalogo una ulteriore evoluzione che rafforza lo spessore del segno: l’opera diviene una sedimentazione di tracce, alcune preesistenti lo stesso intervento pittorico: Tramonta interviene, agisce, lascia che la mano vaghi libera alla ricerca, di un senso, ma spesso, condizionato dalle tracce, non riesce a uscire da una casualità espressiva, che vive sull’intuizione e sulla dinamica dei segni. Forse un recupero della natura, attraverso la gestualità che gli è propria, può costituire la sua misura tra libertà e controllo, e costituire l’indicazione oggettiva del suo processo espressivo.

ghisladan

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