LUCIANO SPIAZZI

GALLERIA D’ARTE BUSI BRESCIA 4-16 APRILE 87
Personaggi come Pierino Tramonta di Bovezzo solo la provincia acquattata può darli. Lavorare duro per anni nell’intento di dare forma ad alcune ossessioni dell’immaginazione fuori da richiami alla moda, piacevolezze accattivanti, il dipingere come distensione. L’uomo fa paura, dice Tramonta, per tutto quanto di violenza si porta addosso, per la problematicità su-‘ognì questione, per l’ambiguità del suo agire. Anche quando tiene il filo della presunta onestà e coerenza finisce sempre per imbrogliare in qualche modo il gioco. Eppure, e questo è l’altro polo della sua riflessione, lo spinge anche un desiderio di libertà, di accordo con la natura, un’esigenza di vita pacificata. Se questo è l’essenziale del suo discorso la pittura ne è l’equivalente simbolico. Domina la figura umana, ì colori virano al rosso, ogni elemento sottende un’idea, nulla è messo. sulla tela senza una ragione che lo giustifichi. Gli alberi sembrano trascinati dal vento verso la luce, sono la visione di una felicità non impossibile, quei due confitti in uno spazio traforato ovunque e nel quale finiscono per trovarsi incastrati sono la rappresentazione della condizione umana, una figura si muove quasi interamente coperta da una tela ed è l’artista che sulla superficie muove colori in libertà ma ha l’occhio attento ad un’attualità colma di trabocchetti. Ogni quadro è un groviglio di simboli, anche la « natura presente » (non natura morta, spiega Tramonta) combina i segni della passione del Cristo con i riferimenti del quotidiano. Due fanciulli si specchiano 19uno nell’altro, apparentemente identici ma l’uno è già incapsulato in un destino di condizionamenti da cui non potrà più uscire. Gli spazi sono mentali, gli interni sono costruzioni aperte e chiuse da piani che non hanno riferimenti natural.istici e si situano in un’ora indefinibile senza stagioni o riferimenti possibili. Tutto è invenzione dell’artista che estrae le forme dalle sue meditazioni e le compone per rendere visibile il concetto. A modo suo rigoroso ed essenziale questo artista non concede vie di mezzo al riguardante, convinto che la pittura sia un messaggio da dipanare con la stessa attenzione con cui è stata pazientemente costruita. Le stesure cromatiche sono compatte, attente ai minimi passaggi, perché anche le sfumature contano, una perplessità nel volto del filosofo, la sottile accensione nello sguardo :del santone che si. affida alla divinazione del futuro. Tramonta lavora come un artigiano antico, stendendo le paste di colore con millimetrica precisione, non cedendo mai al gesto casuale. Ne risultano composizioni dense di idee ma chiare nell’esecuzione, arte che non demorde dal suo specifico perché in essa tutto deve essere espresso. I grimaldelli ideologici servono a capire ma non a sostituire il mezzo di comunicazione. Ed è questa la lezione più sorprendente di un autore isolato che si avvia ora alla prima personale. Da un lato l’urgenza delle cose da dire, dall’altro l’infinita pazienza del fare artistico cui spetta non la parte di ancella al servizio altrui ma quella.di protagonista in assoluto.

ghisladan

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