Piccola Galleria – Brescia – 12-24 gennaio 1991 Alberto Zaina

L’atto unico del dramma dell’umano vivere, nodo essenziale dell’arte di Pierino Tramonta, si esprime in questa mostra con tre scenari che con modi e tecniche diverse ci portano al tema sempre dominante del rapporto dell’uomo con la verità dell’esistenza. Una- vena di espressività surreale, con la quale l’artista ha esordito, ritroviamo nel colore intenso e squillante degli oli! che arde all’interno di forme definite; se così l’artista rappresenta la pienezza del’vigore vitale, nell’accentuazione di taluni toni e nel modulo degli accostamenti, spesso di lucida crudezza, può svelare anche l’ambivalenza entro cui l’umana vita si dibatte: la bellezza dell’apparenzá è una pellicola ,,colorata che lascia trasparire il dolore e la fatica mentre l’insistenza sul motivo della la maschera richiamata doppiezza del volto del reale, che può presentarsi con demoniaci accenti e striscianti ámbivalenze di trasmutanti e ricorrenti forme a nastro-serpente che si annidano tra il verde di foglie laminate o quinte di semplici architetture murarie rese surreali dal cangiantismo dei colore. E misteriose presenze di oggettisimbolo, come la spugna (con la consistenza, però, di articolazioni travertiniche), indicano una limitata possibilità umana di scrutare fino in fondo il mistero della vita. Gli effetti surreali di Tramonta si propongono, oltre che con gli accostamenti e le ambientazioni, con il colore che è ora meno gridato, ma più sottilrnente penetrante a render le fattezze umane più interiormente allucinate (come in Omaggio a Van Gogh) o più comprese del peso della tristezza (come nella Crocefìssione sull’erba) mentre le atmosfere sono più smorzate di colore, ma intrise di densi umori. Brulichio di forme vitali, che si rapprendono nella con~ densazione delle nere tracce di grafite galleggianti su appena accennati aloni giallo-ocra, nportano alla coscienza del presente i fantasmi delle paure ritrovati nella memoria e li inseriscono in vorticosi turbini! di gangli e nervose articolazioni, mentre l’apparire talvolta negli spazi lasciati liberi dal meditati grovigli di qualche colorata presenza materica (una nuova modulazioni del tema grafico dei Ripercorsi della memoría che ritroviamo per la prima volta in questa mostra) può richiamare la consistenza comunque dei coraggio della speranza. La fantasia di Tramonta, più conosciuta per l’addentrarsì in meandri tenebrosi, rivela così anche un lato più disteso e sereno che si manifesta ancor pìù nei disegni colorati approntati come progetti di realizzazioni di tessuti ornamentali e nel design dove il suo coraggioso impatto con la complessità e l’oscurità del vivere trova invece modulazioni di espressionismo lirico o scansíoni di linee e geometrismi: mai fredde applicazioni di formule; invece, sulla traccia del kandinskjano Punto, linea, superficie, l’individuazione fantastica di forme non disdegna la funzionalità, ma conserva la libertà dell’espressione. della fantasia. Tramonta è anche questo, e la sua pittura è sempre un’alba che promette nel giorno la sorgente rivelazione di rinnovati e nuovi orizzonti espressivi.

ghisladan

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